Francesca ha un appuntamento col fratello che le ha dato indicazioni per ritirare qualcosa, in un luogo dimenticato tra le strade e i canali della laguna veneta. Qualcosa che le suscita vecchi ricordi e sensazioni che la riportano a un’estate particolare, in cui trascorreva le vacanze con la famiglia proprio in quelle zone. Quel luogo di villeggiatura insolito, apparentemente noioso, pone ogni membro della famiglia in una posizione “altra” rispetto al quotidiano: adulti più rilassati e regole meno ferree creano una certa armonia in cui però Francesca sembra trovarsi a disagio, in bilico tra l’incapacità di essere la bambina di sempre e il desiderio e il timore di crescere e di cambiare. La noia da una parte e l’impossibilità dall’altra di avere un luogo tutto suo, in cui giocare o semplicemente stare senza sentirsi osservata, accrescono in lei il desiderio di esplorare la zona circostante, in cerca di qualcosa di speciale da portare agli amici “esploratori di case”, con cui gioca abitualmente al suo paese. Francesca è una bambina prudente, ma una scoperta sconvolgente che riguarda i suoi genitori la spinge a infrangere le regole riguardo al non mettersi nei guai, e spinta dalla rabbia e dalla delusione verso gli adulti comincia un rapporto epistolare con uno sconosciuto. Lo smarrimento delle certezze legate alla sua famiglia e all’educazione che le è stata impartita, finiscono col mettere in pericolo la propria incolumità e quella del fratellino, di cui a un certo punto si sente l’unica responsabile. Alla luce di quell’esperienza che aveva rimosso, il significato dell’appuntamento che le ha dato il fratello oggi acquista un significato particolare e la donna Francesca ha la possibilità di rimettere i passi su una strada che aveva smarrito molti anni prima. Protagonista latente della storia è una figura fantastica appartenente alla tradizione popolare di quei luoghi, che affiora attraverso le righe del racconto sfiorando le vicende dei personaggi a metà tra la realtà e l’immaginazione.
ETÀ PRIVATA 